Dopo la richiesta dei partecipanti al gruppo facebook
S.O.S. MONTAGNA DI FROSOLONE - NO ALLA VENDITA AI PRIVATI- DI' LA TUA..... si è tenuta un'assemblea il giorno 18 Marzo 2011 alle ore 21.00 presso il salone fieristico.
La sintesi dell'incontro:
In ritardo rispetto all'assemblea del 18-mar ma a quanto pare non indispensabile, dato il basso numero di commenti successivi alla stessa, ecco una breve sintesi dei contenuti dell'incontro tenutosi presso il salone fieristico.
I 21 partecipanti (di cui 7 amministratori comunali) hanno voluto impostare l'incontro sull'approfondimento della questione legale e sui ruoli dei vari attori in gioco.
Come sintesi incompleta si può dire che la questione della montagna di Frosolone è partita nel 1968 con una richiesta di autorizzazione (da parte di Giuseppe Fracasso) all'installazione di struttura temporanea da adibire a bar nel periodo estivo.
Da temporanea è diventata stabile e da prefabbricata è diventata edificio, come tutti possono semplicemente osservare.
Naturalmente nel corso dei decenni si sono succedute decina di cause/ricorsi/contestazioni di cui non è utile entrare nel dettaglio.
Alcuni punti interessanti
- diverse sentenze danno ragione alle eredi Fracasso nella loro richiesta di acquisto del terreno
- la regione molise ha prima sdemanializzato il terreno e successivamente revocato sua delibera (al momento il terreno è demanio)
- il comune ha cambiato idea diverse volte in base alla volontà del sindaco di turno deliberando e revocando senza una linea comune
Essendoci le sentenze di vendita e non avendo provveduto il comune in tempi utili ad applicarle è stato nominato un commissario (2007) per portare a termine la vendita di 600mq di terreno alle eredi Fracasso.
Ad oggi (feb-2011) dietro indicazione del commissario è stato nominato il notaio Conti di IS per provvedere al rogito del terreno
Dalla discussione è venuta fuori l'amara verità che:
- essendo il notaio un funzionario pubblico rispettoso della legge non può procedere ad impostare un atto di vendita di un terreno demaniale su cui è presente un abuso edilizio
- nell'ipotesi in cui si trovasse un notaio disposto basterebbe un ricorso da parte di un qualsiasi cittadino o dal comune per bloccare nuovamente la questione
Il comune, nella figura dell'assessore al patrimonio Maurizio Trillo, è intervenuto dichiarando che la "volontà dell'amministrazione è quella del 97" tradotto nessuna vendita e acquisizione dello stabile a patrimonio comunale, alla domanda "in caso il notaio imposti l'atto cosa farete" risponde "il comune farà ricorso"
Quindi la morale della favola sembrerebbe l'impossibilità di eseguire alcuna azione prima dell'atto da parte del notaio.
Tradotto in termini realistici: la questione andrà avanti altri 40 anni con delibere-ricorsi-contestazioni-verbali-atti e chi più ne ha più ne metta.
Naturalmente in una situazione del genere non c'è nessuna impellenza in quanto il notaio potrebbe decidere di far passare anni prima di muoversi.
La questione legale si esaurisce con un nulla di fatto per il momento e per i prossimi anni.
Resta però la questione morale:
- da questa situazione ne traggono tutti i vantaggi i DI Maria (titolari del ristorante) che in barba ad ogni regola esercitano l'attività in uno stabile abusivo su un terreno demaniale.
- da segnalare che l'allargamento dello stabile originale e le altre strutture realizzate nelle vicinanze (alcune nascoste dalla vegetazione) sono di loro fattura
- da chiedere al comune come l'attivita abbia tutte le carte in regola e goda di tutte le autorizzazioni per poter esercitare.
Alcune considerazioni finali:
- la vendita è fuori luogo (le sentenze vanno rispettate però resta una cosa assurda)
- le eredi hanno ragione a far valere i propri diritti, era il comune nelle vesti delle varie amministrazioni comunali che doveva da subito troncare la questione (non si può dire è colpa di quelli di prima, ad es. l'assessore ha fatto parte di almeno un paio di amministrazioni nel corso degli ultimi 30 anni)
- proseguendo in questo stallo non si aiuta di certo lo sviluppo del turismo o del paese (ma sicuramente lo sviluppo del monopolio dell'unica struttura presente e per di più abusiva)
Occorre una soluzione alternativa allo stallo in cui si trova il paese (purtroppo non solo per questa questione), nel caso specifico però:
- il terreno è demanio? si, lo stabile è abusivo? si, l'unica soluzione è eliminare l'abuso? si. Allora si abbatta tutto
- è un peccato demolire? si. Allora qualcuno tiri fuori una soluzione alternativa in tempi rapidi altrimenti si torna alla prima possibilità
Dovrebbe essere l'amministrazione (e ci si riferisce anche alla minoranza) a voler risolvere la questione per poter poi instaurare un serio discorso di sviluppo del turismo che parta dalla montagna per arrivare agli aspetti dell'accoglienza, delle cave, delle case albergo, ecc..
Questo è un breve riassunto della situazione e degli aspetti venuti fuori dall'incontro del 18.
Nel caso (remoto) in cui ci fosse qualcuno interessato ad approfondimenti come al solito basta farsi vivi, ma non solo virtualmente.
E per rendere chiara la critica: non basta creare un gruppo su facebook o inserire commenti scherzosi o battute sul tema, bisogna voler partecipare impegnando del tempo e spostando magari qualche impegno per partecipare ad un incontro con altre persone per confrontarsi e dare la propria disponibilità a raggiungere degli obiettivi.
Una nota di merito a Domenico Piscitelli che da circa 450km è arrivato alle ore 21.00 quando persone che erano nel raggio di mezzo km non hanno ritenuto utile partecipare.